mercoledì 20 novembre 2013

SI MIETONO LETTERE

Con il cicalare
si odono battenti
i tasti neri, come tamburi
di una banda festosa.
Tra gli steli del grano
sorridono lettere,
si scriverà
fino al tramonto.
Passano genti
e carri di buoi indolenti,
tutto si muove
nel senso più stretto.
Tutto si muove
anche il tasto
più alto,
fino a quello perfetto.
Quasi tutto
è a buon mercato,
anche gli angeli
increduli,
si lasciano andare.
Dispiegano le ali,
si ergono crocifissi
all'ordine terreno
per ora
non c'è via d'uscita.
Tasto
        dopo
               tasto
si lascia scrivere
la storia dell'uomo
e non serve farlo
tra le finte spighe.
E' importante
mantenere 
il gesto.

LBIANCO

NON ERI TU

Ancora
 miele
sui miei polsi rigidi.
La lingua
scorre lenta
fino ai gomiti
e sento
tirare i capelli
che stridono
come upupe in amore.
Fiori sparsi
che ho davanti
a segnare
la strada
e pepite d'oro
di luccicore intenso
a svelare misteri.
Non eri
tu,
non eri soltanto
tu.
Avresti cercato
come un cieco impazzito
le mie mani ferme.
Le avresti
tenute strette
per ore
con il fiato corto.
Quello che
penso di te
lo avrebbe fatto.
Amo
il pensiero di te
che non mi lascia mai.
Se non si tratta
del tuo essere,
perplessa ne rimango.
Mi rigiro
tra le lenzuola del tempo
e baratto i ricordi
tra quelli che saltellano
sulle corde vocali.
Dunque
si tratta di
un'espressione,
un tono,
quel suono.
La parola
detta
nel modo
in cui
il mio desiderio
si è trovato ad amoreggiare
con l'eco del mio grido.

LBIANCO

martedì 19 novembre 2013

DOMANDATO

Tu non capirai
il mio senso
ma non importa.
Forse un giorno
lo sfiorerai appena
e non ne avvertirò
la sfumatura,
ma non importa.
E' probabile
che tu mi offra scherno
tra quello che vedi,
ma ho già
sofferto spine.
Vorrei saperti
nelle movenze
del giorno
che t'ingoia
dal quale esci
giocoso
con guizzo eccezionale.
Disegno
le parole che racconti,
non sono poi
così distante.
Imbratto
i vetri della casa
con il colore
più vicino al pensiero,
lo scambio per nuvole.
Apro
le finestre
solo per ascoltare la pioggia
che sparge gocce di te.
Tutto si sperde
nelle strade malinconiche
e quattro amici
sotto le pergole
si raccontano la giornata.

LBIANCO

sabato 9 novembre 2013

LE COSE BUONE

Quel giorno
ti parlai a lungo
soffermandomi
spesso
sugli angoli
della tua bocca.
Adoro baciarli.
E' lì che si concentra
il miele dell'anima.
Da lì
passano le parole
più dolci
che arrivano
dal bambino profondo.
Dopo un grande lavoro di mani
come a smuovere
la granulosa sabbia
si sfiora appena
quel viluppo di cose buone.
Si deve poi
raschiare profusamente
per intravedere l'amorevolezza.
Si scava con frenetico guizzo
per riempire
le gerle
dei tuoi occhi.
Quando
saranno colmi
di bellezza
del soffio della neve,
forse capirai.

L BIANCO

venerdì 8 novembre 2013

LUSINGA

Restituendoti
il danno,
perdo di vista
quello che cerchi.
Annusi
indisturbato
perchè non ti rincorro
e al peggio
non penso nemmeno
ai tuoi affanni.
Eppure mi dispiace
mettere fretta
al suono
di quei ninnoli
che usavi anche tu
per adescarmi.
Indossa
abiti smessi,
il vissuto ti dona
e cerca
nelle ore a venire
figure eterogenee.
Esumeranno
la tua recondita follia
che sfrontata
si riversa
in sale da ballo
per giorni interi
e di notte
lascia
stordimento e pensiero.

LBIANCO

SE ME LO DEVI DIRE

Come un grande orecchio
galleggio nell'inconscio
e ascolto le voci più lontane.
Tra quelle un bisbiglio
che mi affronta da leone.

LBianco


giovedì 7 novembre 2013

NEL SOLE

Come il gocciolare
a spandersi
nelle acque calme
così il mio amore
crogiola
nelle tue mani distanti.
Non faccio
che pensare
a strani arcobaleni
che non sono a mezza curva
ma diritti
all'infinito
come binari estremi.
Saltello
qua e là,
una capra mi segue.
Strappiamo erba
dal campo
con bocche bislacche
con le barbe intrecciate
e gli occhi
melensi
di animali al pascolo.
Da bimba
mangiavo
fiori selvatici
seduta
su un muretto sgretolato
con le piccole
ginocchia ferite
per le ultime cadute.
Tra risate e bronci
le nuvole
lasciavano saluti
e il cielo
apriva il suo abbraccio
anche ai vecchi rospi..
Era squisito guardarlo
sdraiati nel pensiero
con uno stelo in bocca
di grano secco dorato.
Si parlava del vento
delle api e dei loro pungiglioni
mentre una filiera di voci
proveniva da lontano
mescolata al vino
e al gioco delle carte.
Neanche un cane
che abbaiasse alle cicale
così rumorose
nel silenzio accecante del sole...

LBIANCO



martedì 5 novembre 2013

SEDUTA SUL MONDO


Seduta sul binario di questo mondo a fissare le pietre separate in eguale scansione, penso agli affanni delle formiche; al loro corto respiro e alle sementi che portano a spalla come santi in processione. Per come spalancano la bocca, quando hanno fame e a  come faranno a far la pipì. Se inciampano a volte o sbagliano accenti, se quando si arrabbiano, stringono i denti. Poi, quando si muovono in fila indiana, mi prende una rabbia disumana. In parallelo a questo binario, le vedo arrivare piccine e composte, così silenziose. Le blocco col dito della mia mano, qualcuna si perde, le altre non lasciano la direzione. Levate le tre o le quattro davanti, quella dopo dirige lo stesso, senza scomporsi, a muso duro. Annoiata da questo agire, aspetto un treno colmo di genti, di straordinaria velocità . Di loro conosco i comportamenti: questi son anche più fastidiosi, molto più grandi delle formiche, ma con la testa minuscola uguale. Scanso anche il treno, seduta rimango su quel binario e mi accorgo che sulla mano, zampetta qualcosa.. la formichina più capricciosa, chissà perché è rimasta con me..
Sedutasulmondomenestoancoraguardarealmenolaurora


L. B.

ZATTERE

Tutto dimentica
e sarà dimenticato.
Quel fruscio d'ali
che muove l'aria
di un soffio
molto più veloce
del battito di ciglia.
Appena un ricordo
per spiegazzare gli animi,
poi
torna giù
a strapiombo,
quasi a sfiorare
l'asfalto
liquefatto.

LBIANCO

lunedì 4 novembre 2013

DELL' INUTILE CAREZZA

Mille chili d'oro
e candido avorio
per te, Atena Parthenos.
Ti accarezzò
dall'alto, l'idea
che partì
dall'elmo
di sapienza egizia
e dei grifi alati, sospesa.
Tu, grandioso artefice
che hai tornito le braccia
a mostrare vittorie
e il bramato scudo
sostenuto
dal serpente
a lei sacro.
Guarnisti
i piedi divini
delle lotte
tra greci ed amazzoni.
Delle vesti morbide
sul corpo di pietra
formasti
pieghe profonde
del raduno in cima
di una temibile chiusura
che Medusa sovrasta.
Fra metope e fregi
e di frontoni
del muoversi libero
si racchiudevano , forse
unicamente tesori.
Ma gli studiosi
di rimandar nel verbo
raccontano
della funzione
di altare e di sacro tempio
che governasti
impetuoso e attento
per la perfezione
a divenir leggenda,
oh Fidia..

L BIANCO