Seduta sul binario di questo mondo a fissare le pietre
separate in eguale scansione, penso agli affanni delle formiche; al loro corto
respiro e alle sementi che portano a spalla come santi in processione. Per come
spalancano la bocca, quando hanno fame e a come faranno a far la pipì. Se
inciampano a volte o sbagliano accenti, se quando si arrabbiano, stringono i
denti. Poi, quando si muovono in fila indiana, mi prende una rabbia disumana.
In parallelo a questo binario, le vedo arrivare piccine e composte, così
silenziose. Le blocco col dito della mia mano, qualcuna si perde, le altre non
lasciano la direzione. Levate le tre o le quattro davanti, quella dopo dirige
lo stesso, senza scomporsi, a muso duro. Annoiata da questo agire, aspetto un
treno colmo di genti, di straordinaria velocità . Di loro conosco i
comportamenti: questi son anche più fastidiosi, molto più grandi delle
formiche, ma con la testa minuscola uguale. Scanso anche il treno, seduta
rimango su quel binario e mi accorgo che sulla mano, zampetta qualcosa.. la
formichina più capricciosa, chissà perché è rimasta con me..
Sedutasulmondomenestoancoraguardarealmenolaurora
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