venerdì 19 aprile 2013

SENZA SCARPE

Soperchio
il pensiero
dell'uomo
è un vecchio clochard
che adagia
il corpo stanco
sulla panchina dura.
Non si riposa
indurisce
sempre più
la sua pellaccia
come scorza di noce.
I piedi
senza scarpe
sono pietre..
non sanguinano
nelle strade bieche.
Il suo cuore
è di legno
per partorire violini
mancanti
delle corde
che cantano alla vita.
Manca
l'acqua chiara
il pane bianco.
Manca
l'anima,
 sciolta
nelle lacrime
dietro
 nel tempo.

Luciana BIANCO

giovedì 11 aprile 2013

NEL GRANO

Inghiottita
da un papavero
petali leggeri
mi vestono.
Sementi
della terra
si porgono a cuscino.

Luciana BIANCO

lunedì 8 aprile 2013

LIBERO IL VELO

La mia testa
è il sole
del giorno.
Questo giorno
ritorna dal passo
non si riavvolge
da nastro di raso.
Si stringe
al petto come corda invisibile.
Tira e strattona
per togliere il fiato.
Lesta
sciolgo
le vesti pesanti,
libero il velo
traspare l'ordito
della mia pelle
 sincera.

Luciana BIANCO

sabato 6 aprile 2013

COME QUEL MARE APERTO

Tra i discorsi
si annodano
sono piccoli
grani del rosario.
Le preghiere incatenate
a fune stretta
raccolgono
l'anima
dal fiato corto
che risale libera
un po' per volta.
Pur se stonate
le parole
aggraziano la bocca
che la fa
da padrona
sul corpo ramingo.
Zitto
il pensiero
rimpiattato
sotto un letto
lascia
che l'istinto
apra le porte.
Ogni sguardo
oscilla dalle mani
ai fianchi.
Le braccia,
pendoli solari.
Maestosa e lunare
la bocca
si allarga
come quel mare aperto.
Tra i pesci
le reti
e le meduse
ingoia
il tempo
che occorre al pescatore
di versare
quel sudore aspro
dalla fronte
al mare.
... e catturare
l'abisso.

Luciana BIANCO

mercoledì 3 aprile 2013

.. DI SUDORE E PALPITI

Passi
nel tango
sul bordo
di un castello
diroccato
mentre
la danza
incanta occhi ribelli
sul viso acceso
privo di fiato.
Gambe
da morsa
su cavalli
imbizzarriti,
strette
sulle costole
a spingere
tra battiti
e galoppo.
Braccia tese
rimescolate ai corpi
poi
aggrappate
alle carni
seminude
di sudore e palpiti.
Sulle lucenti
agonie
del desiderio
che
taglia vene
e arriccia lingue
tornando
all'umido del sogno.

Luciana BIANCO

martedì 2 aprile 2013

ACQUA MOSSA

Mi avvicino
languida
sul fianco dell'argine,
il fiume è in piena.
Non ha smesso
di piovere,
è ricolma ogni ansa.
Scende
vorticoso
solo nell'ombra
me ne discosto.
Calpesto
rami secchi
e rospi
faccio largo
tra i cespugli.
Le gambe nude
 gelide
non si graffiano
gli occhi
si schiudono
intermittenti.
La bocca
emana un suono
di foresta.
Scavalco le grotte
mi arrampico svelta.
Le nubi
percorrono
veloci
ogni distanza.
Nessun riflesso
dal cielo scoperto.
Fulmini
raggiungono
il cuore,
il petto rimbomba.
Vedo
la rete lontana
distesa
nell'acqua mossa.
Penetra
nella rena
tra scoglio e scoglio.
Rubiconda
di amarezze luminose,
pescate
nel tempo ingenuo,
tinto
dalla vaghezza delle sorprese.
Perdonami amore.

Luciana BIANCO