Mi avvicino
languida
sul fianco dell'argine,
il fiume è in piena.
Non ha smesso
di piovere,
è ricolma ogni ansa.
Scende
vorticoso
solo nell'ombra
me ne discosto.
Calpesto
rami secchi
e rospi
faccio largo
tra i cespugli.
Le gambe nude
gelide
non si graffiano
gli occhi
si schiudono
intermittenti.
La bocca
emana un suono
di foresta.
Scavalco le grotte
mi arrampico svelta.
Le nubi
percorrono
veloci
ogni distanza.
Nessun riflesso
dal cielo scoperto.
Fulmini
raggiungono
il cuore,
il petto rimbomba.
Vedo
la rete lontana
distesa
nell'acqua mossa.
Penetra
nella rena
tra scoglio e scoglio.
Rubiconda
di amarezze luminose,
pescate
nel tempo ingenuo,
tinto
dalla vaghezza delle sorprese.
Perdonami amore.
Luciana BIANCO
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