Il tuo sorriso
pronto
a solcarmi
come un aratro antico.
Le tue braccia, buoi
dalla calma indomita,
si stringono pesanti
sicure
lontane dal vacillare.
Affondano sementi
pregiate
nell'involucro
e non c'è distrazione
nel compiere
l'eccelso.
Ognuno di loro
tace
nell'intento
di nascere
albero
del silenzio
maestro.
Nuclei
della potenza
dei re
custoditi un tempo
dalle loro spade,
fioriranno
con severo splendore
per insegnare
agli sguardi
armonia e forza.
Ogni rancore
seccherà
del male reietto
nel frutto raggrinzito,
privo di molecole d'acqua.
Precipiterà
nei profondi fossi
di violenza e odio.
Tappati
da un cielo di piombo
sprofondando
allagherà
rabbia e castigo.
Niente assomiglierà
alle albe
dei cieli remoti.
LBIANCO
mercoledì 29 maggio 2013
martedì 14 maggio 2013
IL MURO
C'è qualcosa
ancora
di più intimo
di quello che
ti scrivo.
Assolutamente
di più intenso
caparbio
e tenace
di una
macchia d'inchiostro.
C'è un
muro forato
che filtra
l'inconscio
messo su
dai capimastri
del tempo,
amici miei
che spesso
riparano crepe
lavorando anche
di notte
con la sola
luce d'albume.
Luciana BIANCO
ATTESE
Nel livore
ad aspettare
lo sguardo di tuo padre
che approva.
Nel timore
del giudizio maestro
quando insegna imparando.
Nell'ardore
di un appuntamento
quando il bacio
s'infila dritto
nella bocca barocca.
Nell'amicizia
che promette..
di non cambiare
il tracciato delle sue mappe.
E i mesi
che ti separano
dalla luce di un figlio.
Anche degli anni
che passano
a coltivarne soltanto
l'IDEA
di poterlo generare.
Quando aspetti
l'urlo
che ti strappi
dall'arida abitudine.
La risposta
di quel male
che stenta a
lasciarti
e ride la paura
come una dannata iena.
L'attesa
degli unici occhi
che vorresti addosso
e di parole a spirale
che s'incastrino
con il tuo DNA.
E mentre
si aspetta un treno,
si parte
nell'attesa di un arrivo
molto più lontano
di un ricordo
ancora vivo.
Luciana BIANCO
ad aspettare
lo sguardo di tuo padre
che approva.
Nel timore
del giudizio maestro
quando insegna imparando.
Nell'ardore
di un appuntamento
quando il bacio
s'infila dritto
nella bocca barocca.
Nell'amicizia
che promette..
di non cambiare
il tracciato delle sue mappe.
E i mesi
che ti separano
dalla luce di un figlio.
Anche degli anni
che passano
a coltivarne soltanto
l'IDEA
di poterlo generare.
Quando aspetti
l'urlo
che ti strappi
dall'arida abitudine.
La risposta
di quel male
che stenta a
lasciarti
e ride la paura
come una dannata iena.
L'attesa
degli unici occhi
che vorresti addosso
e di parole a spirale
che s'incastrino
con il tuo DNA.
E mentre
si aspetta un treno,
si parte
nell'attesa di un arrivo
molto più lontano
di un ricordo
ancora vivo.
Luciana BIANCO
ALI D' AQUILA
sorprende
nell'attimo
che accoglie l'eterno.
Quando te lo sussurra
quasi infinito è il tempo
che si antepone
al passaggio.
Ogni frazione vissuta
che ha intaccato
il percorso
suonerà per intero
di un solo rintocco
perfetto.
Gli uomini
pregni di vita strizzata
raggiungeranno
il suono più acuto
liberandosi in gocce
dagli occhi
come a piangere versi.
Si è spento il buio,
contro ali d'aquila
mi lancio.
Più chiara
è la strada.
A voltarmi indietro
vi riconosco.
L BIANCO
venerdì 10 maggio 2013
LE SCALE A DUE
le aspre curve
tra frondose ombre.
Arrivo
sui sentieri.
Mi fermo.
Non mi ricordo mai,
scelgo
il meno ovvio,
proseguo.
Piano.
Tantissimi ulivi.
Nomi di donna,
prima
della viuzza stretta
sempre più stretta.
Discesa
salita,
sdrucciola
la lingua.
Scollino,
nel folto dell'erba
il nostro amico fedele
mi accoglie.
Mi precipito in casa
non siedi sul banco della chiesa.
Mozart incanta.
Veloce
le scale
a due.
Sei
nella stanza dei quadri.
Dipingi il pomeriggio,
straborda dai lati,
i colori ti aiutano.
Mi adagio
alla finestra spalancata,
ti guardo
e il tuo parlare
dipinge
anche le frasi.
Amico
mio
ti
ascolto.
Luciana BIANCO
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