Un braccio in avanti
e poi l'altro a seguire
senza spavento
sul respiro lungo
forma la nube d'acqua
che porta via l'asprezza.
Gambe a battuta sincrona
fluttua il mio essere
tra riflessi di piombo
e ombre abissine.
Vibra di freddo
il mio canto ferito
e tra il fremito e la pace
rinasco su isole vicine,
le tue parole.
Ritorno tra
le sponde serene
dalla tua palpebra chiusa.
Dormi appena.
Amore
che spingi il tuo sogno
mentre sorseggi le stelle
io nuoto
tra sorrisi e malinconie
così languide
da non recare affanno.
Luciana BIANCO
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