sabato 3 settembre 2011

LA CORTECCIA

Quel male
scandagliato
distribuito a schegge.
Ogni piccola parte
urla
per quella più grande
che racconta.
Non sorprenderti
se  tendo la mano
mentre continui a spingermi.
Voglio
immergermi nel tuo dolore
per soffrirne
di nuovo sentire
rinnovando
il tormento di attimi
che si aggrappano allo stomaco
e ricadono
cedendo nelle gambe.
Mi fermo
rannicchiata
sotto la quercia
con la testa
sulle sue radici.
Le dita
percorrono
i solchi paralleli
decifrando
la corteccia
dell'atavica scrittura.
Mi dicono
di non abbandonarmi al timore
di aspettare che
l'orizzonte del cielo
divenga
pari al dito indice
per poter afferrare
e chiudere
nelle mani l'universo
stringendolo poi nella polpa
e berne il succo.

Luciana BIANCO

Nessun commento:

Posta un commento