della montagna
ferma
immobile
misteriosa.
Perenne preghiera
ai pezzi di cielo,
muove seta screziata e leggera
da annodare
stretta alla testa
poi dagli occhi
lo sgorgo di ampolle
pesanti di sale.
Nel fiume
giungono di sconcerto
placando
ire dei pesci guizzanti
nessuno osa
nuotare contro.
Scivola l'acqua
scorre lontana
non si aggrappa
alle sponde solerti.
Supera pietre
lucide e fredde
non affonda
nei fossi ciechi.
Schizza scrosciante
muove sinuosa
quella curva
che imbraca la terra.
Si porta a valle, attraversa
le anse
scorre veloce
brillando di sera.
Nel chiaro
del sole
giunge sovrana
dopo giorni
di nenie e dolori.
Luciana BIANCO
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