venerdì 16 ottobre 2009

A MICHELE


Trascino la pelle
lungo i bordi del confine
rallento
si spezza.
I suoi capelli neri
ribelli
come cavalli bizarri
le sue membra flesse
come ali di uccello
la sua fibra viva
come è vivo Dio.
Tra le dita
di una mano che
mi sbarra gli occhi
come uscio di
prigione
scorgo
il volto suo
uguale al mio.
Le sue mani
caparbie
che prendevano il mondo
e quel vero sorriso
che sconfinava il cielo.
Ti parlerò
per ore e i giorni
non finiranno.
Ti chiamerò
quando
vedrò riapparire
quel sorriso
lungo
le mie orme...
si ricongiungerà
al mio essere
per l'immortalità.

Luciana BIANCO

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